La Rosa Bianca

dal 3/12 all’11/12 residenza artistica per il nuovo riallestimento, Teatro Comunale di Pergine Valsugana (Tn)

di e con  Aida Talliente e Sandro Fulvio Pivotti

musiche Marco Colonna

disegno luci Luigi Biondi

 

patrocinio: Fondazione Die Weisse Rose Monaco, A.N.P.I. Udine, Comune di Udine, Regione FVG, A.N.E.D. Nazionale, Centro d’Accoglienza E. Balducci Udine, Università degli Studi di Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione (Udine), Dipartimento di Scienze giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, Arci Udine, Pordenone

collaborazione: Libera Udine e Libera Associazione nomi e numeri contro le mafie coordinamento di Udine, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

un ringraziamento al Dottor Umberto Lodovici e al Dottor Paolo Ghezzi

 

 

IL PROGETTO

La “Rosa Bianca” è il nome scelto da un gruppo di studenti universitari di Monaco, che dalla primavera del 1942 all’inverno del 1943, iniziarono e portarono avanti con coraggio, un percorso di resistenza politica contro il regime nazista. Il gruppo di amici e conoscenti, ispirati da “libri proibiti” di straordinari scrittori,organizzarono un’attività sovversiva, scrivendo e divulgando in diverse città della Germania, dei volantini che portavano la voce di una piccola parte del popolo, quello che non poteva tacere davanti alla violazione dei diritti umani e alla negazione della libertà. Il nucleo principale composto da Hans e Sophie Sholl, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst e il professor  Kurt Huber, venne scoperto nel febbraio del 43. Tutti e sei i componenti furono arrestati, processati e ghigliottinati per alto tradimento. Ma il loro messaggio non si esaurì quell’inverno, fu accolto e portato avanti da altri, anche in seguito alla loro morte.

I membri della Rosa Bianca erano dei ragazzi provenienti da famiglie per lo più borghesi. Famiglie amorevoli che avevano cresciuto i loro figli con alti principi morali ed etici. E’ questa educazione che permette loro di poter distinguere tra il giusto e l’ingiusto e di farsi carico con piena responsabilità delle proprie azioni. Pur vivendo sotto la ferocia della dittatura nazista, questi giovani furono in grado di scegliere da che parte stare donando se stessi, per i diritti di tutti. La loro Resistenza non violenta è uno straordinario esempio di azione politica, che attraverso parole e idee ha generato, per la prima volta, un messaggio universale contemplando la possibilità di un’Europa unita e di una convivenza pacifica tra tutti i popoli portatori di bellezza nella propria diversità. Un messaggio tra i più attuali e contemporanei, che parla di libertà. Libertà così tanto desiderata  da rischiare la propria vita per riaverla.

Il racconto di queste vite, costruito partendo da lettere, pensieri e avvenimenti, vuole essere un omaggio alla voce dei giovani; ai giovani di allora, che attraverso le loro scelte e le loro azioni lasciarono delle tracce e ai giovani di oggi, in costante cammino verso la costruzione di un mondo più giusto, più etico, più umano, un mondo che ancora fatica a trovare strumenti di pace.

Solo le storie degli uomini possono risuonare e cambiare la vita di altri uomini. Raccontare di questi ragazzi ora, significa parlare di qualcosa che va al di là del loro tempo. Il coraggio di ogni generazione è la chiave per lo sviluppo della nostra civiltà. Questo è ciò che deve essere difeso. Come è stato fatto allora, così deve esserlo oggi.

 

 

La Rosa Bianca

dal 3/12 all’11/12 residenza artistica per il nuovo riallestimento, Teatro Comunale di Pergine Valsugana (Tn)

di e con  Aida Talliente e Sandro Fulvio Pivotti

musiche Marco Colonna

disegno luci Luigi Biondi

 

patrocinio: Fondazione Die Weisse Rose Monaco, A.N.P.I. Udine, Comune di Udine, Regione FVG, A.N.E.D. Nazionale, Centro d’Accoglienza E. Balducci Udine, Università degli Studi di Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione (Udine), Dipartimento di Scienze giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, Arci Udine, Pordenone

collaborazione: Libera Udine e Libera Associazione nomi e numeri contro le mafie coordinamento di Udine, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

un ringraziamento al Dottor Umberto Lodovici e al Dottor Paolo Ghezzi

 

 

IL PROGETTO

La “Rosa Bianca” è il nome scelto da un gruppo di studenti universitari di Monaco, che dalla primavera del 1942 all’inverno del 1943, iniziarono e portarono avanti con coraggio, un percorso di resistenza politica contro il regime nazista. Il gruppo di amici e conoscenti, ispirati da “libri proibiti” di straordinari scrittori,organizzarono un’attività sovversiva, scrivendo e divulgando in diverse città della Germania, dei volantini che portavano la voce di una piccola parte del popolo, quello che non poteva tacere davanti alla violazione dei diritti umani e alla negazione della libertà. Il nucleo principale composto da Hans e Sophie Sholl, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst e il professor  Kurt Huber, venne scoperto nel febbraio del 43. Tutti e sei i componenti furono arrestati, processati e ghigliottinati per alto tradimento. Ma il loro messaggio non si esaurì quell’inverno, fu accolto e portato avanti da altri, anche in seguito alla loro morte.

I membri della Rosa Bianca erano dei ragazzi provenienti da famiglie per lo più borghesi. Famiglie amorevoli che avevano cresciuto i loro figli con alti principi morali ed etici. E’ questa educazione che permette loro di poter distinguere tra il giusto e l’ingiusto e di farsi carico con piena responsabilità delle proprie azioni. Pur vivendo sotto la ferocia della dittatura nazista, questi giovani furono in grado di scegliere da che parte stare donando se stessi, per i diritti di tutti. La loro Resistenza non violenta è uno straordinario esempio di azione politica, che attraverso parole e idee ha generato, per la prima volta, un messaggio universale contemplando la possibilità di un’Europa unita e di una convivenza pacifica tra tutti i popoli portatori di bellezza nella propria diversità. Un messaggio tra i più attuali e contemporanei, che parla di libertà. Libertà così tanto desiderata  da rischiare la propria vita per riaverla.

Il racconto di queste vite, costruito partendo da lettere, pensieri e avvenimenti, vuole essere un omaggio alla voce dei giovani; ai giovani di allora, che attraverso le loro scelte e le loro azioni lasciarono delle tracce e ai giovani di oggi, in costante cammino verso la costruzione di un mondo più giusto, più etico, più umano, un mondo che ancora fatica a trovare strumenti di pace.

Solo le storie degli uomini possono risuonare e cambiare la vita di altri uomini. Raccontare di questi ragazzi ora, significa parlare di qualcosa che va al di là del loro tempo. Il coraggio di ogni generazione è la chiave per lo sviluppo della nostra civiltà. Questo è ciò che deve essere difeso. Come è stato fatto allora, così deve esserlo oggi.

 

 

La Rosa Bianca

dal 3/12 all’11/12  Residenza artistica per il nuovo riallestimento Teatro Comunale di Pergine Valsugana (Tn) – Una nuova produzione Aria Teatro

di e con  Aida Talliente e Sandro Fulvio Pivotti

musiche Marco Colonna

disegno luci Luigi Biondi

 

patrocinio: Fondazione Die Weisse Rose Monaco, A.N.P.I. Udine, Comune di Udine, Regione FVG, A.N.E.D. Nazionale, Centro d’Accoglienza E. Balducci Udine, Università degli Studi di Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione (Udine), Dipartimento di Scienze giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, Arci Udine, Pordenone

collaborazione: Libera Udine e Libera Associazione nomi e numeri contro le mafie coordinamento di Udine, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

un ringraziamento al Dottor Umberto Lodovici e al Dottor Paolo Ghezzi

 

 

IL PROGETTO

La “Rosa Bianca” è il nome scelto da un gruppo di studenti universitari di Monaco, che dalla primavera del 1942 all’inverno del 1943, iniziarono e portarono avanti con coraggio, un percorso di resistenza politica contro il regime nazista. Il gruppo di amici e conoscenti, ispirati da “libri proibiti” di straordinari scrittori,organizzarono un’attività sovversiva, scrivendo e divulgando in diverse città della Germania, dei volantini che portavano la voce di una piccola parte del popolo, quello che non poteva tacere davanti alla violazione dei diritti umani e alla negazione della libertà. Il nucleo principale composto da Hans e Sophie Sholl, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst e il professor  Kurt Huber, venne scoperto nel febbraio del 43. Tutti e sei i componenti furono arrestati, processati e ghigliottinati per alto tradimento. Ma il loro messaggio non si esaurì quell’inverno, fu accolto e portato avanti da altri, anche in seguito alla loro morte.

I membri della Rosa Bianca erano dei ragazzi provenienti da famiglie per lo più borghesi. Famiglie amorevoli che avevano cresciuto i loro figli con alti principi morali ed etici. E’ questa educazione che permette loro di poter distinguere tra il giusto e l’ingiusto e di farsi carico con piena responsabilità delle proprie azioni. Pur vivendo sotto la ferocia della dittatura nazista, questi giovani furono in grado di scegliere da che parte stare donando se stessi, per i diritti di tutti. La loro Resistenza non violenta è uno straordinario esempio di azione politica, che attraverso parole e idee ha generato, per la prima volta, un messaggio universale contemplando la possibilità di un’Europa unita e di una convivenza pacifica tra tutti i popoli portatori di bellezza nella propria diversità. Un messaggio tra i più attuali e contemporanei, che parla di libertà. Libertà così tanto desiderata  da rischiare la propria vita per riaverla.

Il racconto di queste vite, costruito partendo da lettere, pensieri e avvenimenti, vuole essere un omaggio alla voce dei giovani; ai giovani di allora, che attraverso le loro scelte e le loro azioni lasciarono delle tracce e ai giovani di oggi, in costante cammino verso la costruzione di un mondo più giusto, più etico, più umano, un mondo che ancora fatica a trovare strumenti di pace.

Solo le storie degli uomini possono risuonare e cambiare la vita di altri uomini. Raccontare di questi ragazzi ora, significa parlare di qualcosa che va al di là del loro tempo. Il coraggio di ogni generazione è la chiave per lo sviluppo della nostra civiltà. Questo è ciò che deve essere difeso. Come è stato fatto allora, così deve esserlo oggi.

 

 

Le voci – Appunti di una separazione

Giovedì 30 giugno ore 17.00 – 18.00

Laboratorio sulle Voci a cura di Teatro Cà Foscari di Venezia

 

Le Voci

“Appunti di una separazione”

Mi è stato chiesto di pensare ad un percorso che riguardasse un lavoro sulla voce e più che dello strumento in sé, con le sue molteplici e infinite possibilità di suono, quello che ora sento necessario è di ascoltare “la voce”, la propria e quella degli altri per raccontare una storia ma non è detto che debbano essere solo le parole a farlo.  Le parole, lo sappiamo, sono il bene più prezioso che abbiamo perché sono di tutti ma la voce, la “nostra voce”, quella più intima, più profonda, nasce, si forma, cresce e fuoriesce in mille  modi diversi mostrando il nostro sentire: attraverso il suono o l’assenza di suono, attraverso l’immaginario, e l’azione. Ascoltare e trovare la propria voce, ascoltare e comprendere quella degli altri, significa prendersi il tempo di incontrarsi, di dare spazio a ciò che ci attraversa e a ciò che percepiamo, e poi comporlo per esprimere, per comunicare, per “dire”. E infiniti possono essere i modi di “dire”…

Proviamo dunque, ad immaginarci come dei raccoglitori di storie. Proviamo a portare con noi uno strumento che ci permetta di registrare voci, suoni, rumori, silenzi, canti, parole, le nostre e quelle degli altri. Registrare significa accumulare materia che in seguito diventerà memoria, ricordo, una storia da raccontare. Proviamo a fare diventare questo registratore il sostituto di un diario su cui solitamente scriviamo i nostri pensieri, che non sono nient’altro che la nostra voce silenziosa. In questo lavoro, i luoghi e il tempo, diventeranno le nostre pagine e le voci/suoni che desideriamo fermare e portare con noi, diventeranno la nostra scrittura.

In questo periodo tutti abbiamo vissuto una separazione, da qualcuno, da qualcosa. Sappiamo che cos’è quest’esperienza, sappiamo cosa significa, sappiamo cosa ci ha lasciato dentro e cosa accade quando il nostro pensiero torna a ciò che abbiamo vissuto. Tutto questo lo porteremo con noi volenti o nolenti. Su questa base di un vissuto comune, (e dunque insieme ma separatamente), inizia il nostro lavoro di ricerca su 5 temi:  l’isolamento/la separazione,  il dentro/ il fuori,  l’attesa, la morte, la comunità/ l’unione.  Ognuno sarà libero di riflettere su queste parole. Per ogni tema, andremo a raccogliere tutti quei suoni, quei rumori, quelle parole nostre e altrui, le musiche, le situazioni che per noi sono significativi, proprio come fosse il nostro taccuino di appunti. Andremo ad incontrare e ad ascoltare persone raccogliendo i loro pensieri, le paure, le speranze cercando poi di farle raccontare insieme.

Credo che voci straordinarie si alzeranno da questo periodo. Sicuramente, in questo tempo, c’è stato un momento in cui ognuno ha potuto, con la propria sensibilità, elaborare pensieri e riflessioni densi di significato, senza però poterli aprire da un silenzio interno all’ascolto esterno per incontrare l’altro. Questo ci è mancato. Per due mesi tutto il nostro benefico “elaborare” è stato come sospeso, congelato. Questa è stata senza dubbio una delle grandi difficoltà vissute ma accanto, c’è stato anche qualcosa di positivo, di fortemente significativo: il tempo dell’ attesa, in cui ognuno ha dovuto fermarsi,  svuotare e “stare” con sé, cercando di trovare con cura, un equilibrio fisico e mentale.  Proviamo ora a capire cosa ci siamo portati dietro.

I materiali raccolti, verranno poi ascoltati con cura, con attenzione e verranno selezionati per comporre 5 puntate radiofoniche di 15 minuti l’una, ognuna con il suo tema. Il nome del progetto è “Appunti di una separazione”, ovvero come la voce, il “dire”  può tendere dei fili tra l’uno e l’altro nonostante la distanza, il non poter vedere, il non poter toccare.

Questo mi piacerebbe raccontare.

Aida Talliente.

Le voci – Appunti di una separazione

Giovedì 23 giugno ore 17.00 – 18.00

Laboratorio sulle Voci a cura di Teatro Cà Foscari di Venezia

 

Le Voci

“Appunti di una separazione”

Mi è stato chiesto di pensare ad un percorso che riguardasse un lavoro sulla voce e più che dello strumento in sé, con le sue molteplici e infinite possibilità di suono, quello che ora sento necessario è di ascoltare “la voce”, la propria e quella degli altri per raccontare una storia ma non è detto che debbano essere solo le parole a farlo.  Le parole, lo sappiamo, sono il bene più prezioso che abbiamo perché sono di tutti ma la voce, la “nostra voce”, quella più intima, più profonda, nasce, si forma, cresce e fuoriesce in mille  modi diversi mostrando il nostro sentire: attraverso il suono o l’assenza di suono, attraverso l’immaginario, e l’azione. Ascoltare e trovare la propria voce, ascoltare e comprendere quella degli altri, significa prendersi il tempo di incontrarsi, di dare spazio a ciò che ci attraversa e a ciò che percepiamo, e poi comporlo per esprimere, per comunicare, per “dire”. E infiniti possono essere i modi di “dire”…

Proviamo dunque, ad immaginarci come dei raccoglitori di storie. Proviamo a portare con noi uno strumento che ci permetta di registrare voci, suoni, rumori, silenzi, canti, parole, le nostre e quelle degli altri. Registrare significa accumulare materia che in seguito diventerà memoria, ricordo, una storia da raccontare. Proviamo a fare diventare questo registratore il sostituto di un diario su cui solitamente scriviamo i nostri pensieri, che non sono nient’altro che la nostra voce silenziosa. In questo lavoro, i luoghi e il tempo, diventeranno le nostre pagine e le voci/suoni che desideriamo fermare e portare con noi, diventeranno la nostra scrittura.

In questo periodo tutti abbiamo vissuto una separazione, da qualcuno, da qualcosa. Sappiamo che cos’è quest’esperienza, sappiamo cosa significa, sappiamo cosa ci ha lasciato dentro e cosa accade quando il nostro pensiero torna a ciò che abbiamo vissuto. Tutto questo lo porteremo con noi volenti o nolenti. Su questa base di un vissuto comune, (e dunque insieme ma separatamente), inizia il nostro lavoro di ricerca su 5 temi:  l’isolamento/la separazione,  il dentro/ il fuori,  l’attesa, la morte, la comunità/ l’unione.  Ognuno sarà libero di riflettere su queste parole. Per ogni tema, andremo a raccogliere tutti quei suoni, quei rumori, quelle parole nostre e altrui, le musiche, le situazioni che per noi sono significativi, proprio come fosse il nostro taccuino di appunti. Andremo ad incontrare e ad ascoltare persone raccogliendo i loro pensieri, le paure, le speranze cercando poi di farle raccontare insieme.

Credo che voci straordinarie si alzeranno da questo periodo. Sicuramente, in questo tempo, c’è stato un momento in cui ognuno ha potuto, con la propria sensibilità, elaborare pensieri e riflessioni densi di significato, senza però poterli aprire da un silenzio interno all’ascolto esterno per incontrare l’altro. Questo ci è mancato. Per due mesi tutto il nostro benefico “elaborare” è stato come sospeso, congelato. Questa è stata senza dubbio una delle grandi difficoltà vissute ma accanto, c’è stato anche qualcosa di positivo, di fortemente significativo: il tempo dell’ attesa, in cui ognuno ha dovuto fermarsi,  svuotare e “stare” con sé, cercando di trovare con cura, un equilibrio fisico e mentale.  Proviamo ora a capire cosa ci siamo portati dietro.

I materiali raccolti, verranno poi ascoltati con cura, con attenzione e verranno selezionati per comporre 5 puntate radiofoniche di 15 minuti l’una, ognuna con il suo tema. Il nome del progetto è “Appunti di una separazione”, ovvero come la voce, il “dire”  può tendere dei fili tra l’uno e l’altro nonostante la distanza, il non poter vedere, il non poter toccare.

Questo mi piacerebbe raccontare.

Aida Talliente.

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