LA MUSICA E’ DI CASA

LA MUSICA E’ DI CASA  – 13 luglio ore 11.00 Corte di Palazzo Morpurgo (Ud)
autore: Chiara Carminati
musiche Giovanna Pezzetta e Leo Virgili
con
voce: Aida Talliente e Stefano Gion Fattori
piano: Giovanna Pezzetta
theremin, chitarra, glokenspiel, trombone: Leo Virgili
contrabbasso: Alessandro Turchet
batteria e percussioni: Giacomo Jacuzzo
Concerto partecipato per bambini e famiglie

Musiche da ballare, da cantare insieme e da giocare con il corpo: il blues delle scale, il blues dei baci ma anche il concerto in cucina per piatti, cucchiai e tegami sono solo alcune delle canzoni che verranno suonate dal vivo e che coinvolgeranno il pubblico in un divertente gioco musicale che accompagnerà grandi e piccoli in un girotondo di emozioni, risate e perfino di qualche piccola paura. Un racconto poetico vestito di musica scritta su misura per far cantare le parole con la voce e con il corpo.

INFO PERSONE CON DISABILITÀ
Le persone con disabilità possono rivolgersi a: tickets@euritmica.it

L’uomo che piantava gli alberi

11 luglio ore 21.00

BeB Rovere della Riva, Arzene, via Alpi 30 in caso di maltempo: Sala Roma piazza Municipio 1

info: ingresso libero, tel 0434 89081 biblioteca@valvasonearzene.it

con Aida Talliente letture

E Giorgio Pacorig musiche

 

Di Jean Giono

Un racconto di rara bellezza. Un percorso delicato e commovente, che attraverso la semplice esistenza di un uomo fa riscoprire quelle straordinarie azioni capaci di trasformare i luoghi e generare nuova vita.  Una narrazione che accompagna chi ascolta in una dimensione di serenità e contemplazione lasciando un messaggio positivo sulla “presenza umana ” nel mondo.

Nel corso della sua giovinezza, Jean Giono compie un viaggio in una regione delle Alpi all’interno della Provenza. Quelle terre si mostrano ai suoi occhi come luoghi inospitali, selvaggi, desolati. Solo pochi uomini le abitano ma anch’essi sono come quelle terre: ruvidi, aspri, affaticati da una vita fatta di stenti. Eppure in quelle lande al margine di tutto, vive Elzéard Bouffier, un uomo solitario, calmo, sensibile; un uomo che ha in mente un progetto destinato a mutare per sempre la morfologia di quei luoghi e così pure la vita di chi li abita. L’uomo pianta alberi, pazientemente, con cura, con attenzione, seguendo una sua visione intima e profonda. Li pianta perché un giorno quelle terre subiranno una competa metamorfosi. I deserti diventeranno foreste rigogliose, torneranno gli animali, i fiori, i profumi nell’aria. I paesi si ripopoleranno di gente contenta, laboriosa, serena. Le fontane si riempiranno di acqua fresca, gli uomini vivranno in completa armonia con la natura. Non è solo la storia di una straordinaria opera di Amore e Speranza quella raccontata da Giono, ma è anche la storia di un incontro che cambierà nel profondo il suo modo di essere e attraversare la vita. Conclude così quel suo viaggio durato nel corso del tempo: “ Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole. Ma se metto in conto quanto c’è voluto di costanza nella grandezza d’animo e d’accanimento nella generosità per ottenere questo risultato, l’anima mi si riempie d’un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che ha saputo portare a buon fine un’opera degna di Dio”.

FUTURO PASSATO – PER LA VITA – PETRICORE

PER LA VITA  – 10 luglio ore 20.00 Teatro dei Fabbri 2/a Trieste

Biglietteria TICKET POINT on-line – PER LA VITA (ticketpoint-trieste.it)

di Francesca Garolla
lettura scenica a cura di e con Aida Talliente

produzione Tinaos

Per la vita è parte di una trilogia che indaga il tema della libertà in tre declinazioni:
una libertà che non si interroga sulle conseguenze delle proprie azioni; una libertà che tocca il tema della responsabilità; e, qui, in Per la vita, una libertà “rifiutata”, negata a se stessi.
In scena una donna, sola, sembra obbedire alla volontà di una madre-maman che “a fin di bene” l’ha relegata nella sua stanza, rendendola terrorizzata e disgustata dalla vita, imprigionata in affermazioni, regole, limiti. Eppure, è proprio in quella prigione che lei trova la libertà.

PETRICORE  – 10 luglio ore 21.00 Teatro dei Fabbri 2/a Trieste

Biglietteria TICKET POINT on-line – PETRICORE (ticketpoint-trieste.it)

di Fabio Pisano
lettura scenica a cura di Federico Bellini
con Jonathan LazziniZoe Pernici e Mirko Soldano

produzione Tinaos

Lui e lei stanno parlando di ciò che avviene nella parte di terra in cui vivono da sempre; lui e lei stanno parlando delle invasioni. Il suono di un campanello li desta, li distoglie; forse li spaventa. Ma è soltanto un tizio, un uomo; è soltanto un estraneo trasferitosi lì da poco, che chiede un po’ di zucchero. Chiede solo un po’ di zucchero per il suo caffè. Questa banale e ordinaria richiesta però, innesca un meccanismo da cui sarà difficilissimo tornare indietro.

FUTURO PASSATO – ANTROPICO-

ANTROPICO – 9 luglio ore 21.00 Teatro dei Fabbri 2/a Trieste

info e prenotazioni: Antropico | Tinaos Associazione Culturale

di Gabriele Paupini
lettura scenica e selezione musicale a cura di Tommaso Tuzzoli
con Zoe Pernici, Mirko Soldano e Aida Talliente
suoni a cura di Aida Talliente
Child psichology e Hope there’s someone eseguite da Giorgio Pacorig
produzione Tinaos

 

Wally e Luna sono due adolescenti che si tengono a debita distanza dal resto del mondo. Al loro primo incontro decidono di fare un gioco nel quale Luna finisce per ritrovarsi un coltello piantato in mezzo al petto. Nonostante questo, la ragazza tornerà per continuare a giocare con il suo nuovo amico, costruendo poco a poco un’amicizia destinata a rompersi sotto il peso di una realtà che svela lentamente i suoi meccanismi. Contemporaneamente, un anziano informatico, proprietario di un’imponente azienda tecnologica chiamata Antropico, risponde per la prima volta dopo anni di silenzio alle domande di una giornalista olografica sulla creazione del suo impero digitale.

DE RERUM NATURA – there is no Planet b –

27/ 28/ 29 Giugno  h 20:00 

DE RERUM NATURA [THERE IS NO PLANET B] – ideazione, adattamento e regia Davide Iodice

info e prenotazioni: Teatro Grande Scavi : DE RERUM NATURA
[THERE IS NO PLANET B] (vivaticket.it)

con (in o.a) Aida Talliente, Ilaria Scarano, Carolina Cametti, MariaTeresa Battista, Greta Domenica Esposito, Sergio Del Prete, Wael Habib, Giovanni Trono, Marco Palumbo, Emilio Vacca

e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA

[progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – 𝗖𝗼𝗻𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗣𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝗮𝗿𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗻𝗮, a cura di 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗼 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗼 𝗠𝗮𝗻𝗻𝗮, 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗙𝗿𝗮𝗷𝗼𝗹𝗶]

scene maschere e pupazzi 𝗧𝗶𝘇𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗙𝗮𝗿𝗶𝗼

costumi 𝗗𝗮𝗻𝗶𝗲𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗹𝗲𝗿𝗻𝗶𝘁𝗮𝗻𝗼

luci Loic 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗼𝗶𝘀 𝗛𝗮𝗺𝗲𝗹𝗶𝗻

musiche originali 𝗟𝗶𝗻𝗼 𝗖𝗮𝗻𝗻𝗮𝘃𝗮𝗰𝗰𝗶𝘂𝗼𝗹𝗼

assistente alla regia 𝗖𝗮𝗿𝗹𝗼𝘁𝘁𝗮 𝗖𝗮𝗺𝗽𝗼𝗯𝗮𝘀𝘀𝗼

produzione 𝗧𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶 – 𝗧𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼 𝗡𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲

 

INFO

Il regista Davide Iodice e il giovane drammaturgo Fabio Pisano tornano a collaborare insieme, dopo il successo di Hospes- Itis, con uno spettacolo liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro prodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, in scena per la prima volta nella magnifica cornice del Teatro Grande di Pompei nel corso della settima edizione della rassegna estiva Pompeii Theatrum Mundi.

Note di regia

Quello del De Rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro, o meglio una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema. Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più, e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango. I temi del De Rerum, precipitano fragorosamente in questo tempo, e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese diagnosticata come Asperger, inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climaticaA Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naivtè e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia ‘butterfly’ Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che ‘sudano sangue’ sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un ‘daemon’, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più. Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo: che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto. Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi. Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro ‘battaglie’ per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che <<I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita>>.

Davide Iodice


Note al testo
De Rerum Natura – There is no planet B è un testo che racconta in sei episodi il rapporto tra uomo e natura nel nostro contemporaneo; il titolo è ispirato all’opera didascalica in versi del poeta latino Lucrezio; opera ch’ha rappresentato il punto di partenza intorno cui sviluppare la drammaturgia; sei “libri”, un prologo, un interludio e un epilogo, in cui prevale la forma dialogica, perché è proprio attraverso il dialogo, attraverso la forza rivelatrice del dialogo che ho provato a restituire il Teatro in tutta la sua potenza, in tutta la sua affascinante capacità di turbamento. A raccordare tra loro gli episodi, c’è la voce della Natura, che, mediante l’uso dei versi originali dell’opera di Lucrezio, si rivela quale forza primordiale e motrice di tutte le cose. La drammaturgia è stata poi adattata dal regista, Davide Iodice, che ha composto una partitura per la messa in scena, rielaborando alcune parti del testo e eliminandone altre.

 Fabio Pisano

DE RERUM NATURA – there is no Planet b –

27/ 28/ 29 Giugno  h 20:00 

DE RERUM NATURA [THERE IS NO PLANET B] – ideazione, adattamento e regia Davide Iodice

info e prenotazioni: Teatro Grande Scavi : DE RERUM NATURA
[THERE IS NO PLANET B] (vivaticket.it)

con (in o.a) Aida Talliente, Ilaria Scarano, Carolina Cametti, MariaTeresa Battista, Greta Domenica Esposito, Sergio Del Prete, Wael Habib, Giovanni Trono, Marco Palumbo, Emilio Vacca

e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA

[progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – 𝗖𝗼𝗻𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗣𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝗮𝗿𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗻𝗮, a cura di 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗼 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗼 𝗠𝗮𝗻𝗻𝗮, 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗙𝗿𝗮𝗷𝗼𝗹𝗶]

scene maschere e pupazzi 𝗧𝗶𝘇𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗙𝗮𝗿𝗶𝗼

costumi 𝗗𝗮𝗻𝗶𝗲𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗹𝗲𝗿𝗻𝗶𝘁𝗮𝗻𝗼

luci Loic 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗼𝗶𝘀 𝗛𝗮𝗺𝗲𝗹𝗶𝗻

musiche originali 𝗟𝗶𝗻𝗼 𝗖𝗮𝗻𝗻𝗮𝘃𝗮𝗰𝗰𝗶𝘂𝗼𝗹𝗼

assistente alla regia 𝗖𝗮𝗿𝗹𝗼𝘁𝘁𝗮 𝗖𝗮𝗺𝗽𝗼𝗯𝗮𝘀𝘀𝗼

produzione 𝗧𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶 – 𝗧𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼 𝗡𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲

 

INFO

Il regista Davide Iodice e il giovane drammaturgo Fabio Pisano tornano a collaborare insieme, dopo il successo di Hospes- Itis, con uno spettacolo liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro prodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, in scena per la prima volta nella magnifica cornice del Teatro Grande di Pompei nel corso della settima edizione della rassegna estiva Pompeii Theatrum Mundi.

Note di regia

Quello del De Rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro, o meglio una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema. Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più, e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango. I temi del De Rerum, precipitano fragorosamente in questo tempo, e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese diagnosticata come Asperger, inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climaticaA Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naivtè e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia ‘butterfly’ Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che ‘sudano sangue’ sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un ‘daemon’, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più. Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo: che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto. Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi. Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro ‘battaglie’ per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che <<I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita>>.

Davide Iodice


Note al testo
De Rerum Natura – There is no planet B è un testo che racconta in sei episodi il rapporto tra uomo e natura nel nostro contemporaneo; il titolo è ispirato all’opera didascalica in versi del poeta latino Lucrezio; opera ch’ha rappresentato il punto di partenza intorno cui sviluppare la drammaturgia; sei “libri”, un prologo, un interludio e un epilogo, in cui prevale la forma dialogica, perché è proprio attraverso il dialogo, attraverso la forza rivelatrice del dialogo che ho provato a restituire il Teatro in tutta la sua potenza, in tutta la sua affascinante capacità di turbamento. A raccordare tra loro gli episodi, c’è la voce della Natura, che, mediante l’uso dei versi originali dell’opera di Lucrezio, si rivela quale forza primordiale e motrice di tutte le cose. La drammaturgia è stata poi adattata dal regista, Davide Iodice, che ha composto una partitura per la messa in scena, rielaborando alcune parti del testo e eliminandone altre.

 Fabio Pisano

DE RERUM NATURA – there is no Planet b –

27/ 28/ 29 Giugno  h 20:00 

DE RERUM NATURA [THERE IS NO PLANET B] – ideazione, adattamento e regia Davide Iodice

info e prenotazioni: Teatro Grande Scavi : DE RERUM NATURA
[THERE IS NO PLANET B] (vivaticket.it)

con (in o.a) Aida Talliente, Ilaria Scarano, Carolina Cametti, MariaTeresa Battista, Greta Domenica Esposito, Sergio Del Prete, Wael Habib, Giovanni Trono, Marco Palumbo, Emilio Vacca

e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA

[progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – 𝗖𝗼𝗻𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗣𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝗮𝗿𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗻𝗮, a cura di 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗼 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗼 𝗠𝗮𝗻𝗻𝗮, 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗙𝗿𝗮𝗷𝗼𝗹𝗶]

scene maschere e pupazzi 𝗧𝗶𝘇𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗙𝗮𝗿𝗶𝗼

costumi 𝗗𝗮𝗻𝗶𝗲𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗹𝗲𝗿𝗻𝗶𝘁𝗮𝗻𝗼

luci Loic 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗼𝗶𝘀 𝗛𝗮𝗺𝗲𝗹𝗶𝗻

musiche originali 𝗟𝗶𝗻𝗼 𝗖𝗮𝗻𝗻𝗮𝘃𝗮𝗰𝗰𝗶𝘂𝗼𝗹𝗼

assistente alla regia 𝗖𝗮𝗿𝗹𝗼𝘁𝘁𝗮 𝗖𝗮𝗺𝗽𝗼𝗯𝗮𝘀𝘀𝗼

produzione 𝗧𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶 – 𝗧𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼 𝗡𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲

 

INFO

Il regista Davide Iodice e il giovane drammaturgo Fabio Pisano tornano a collaborare insieme, dopo il successo di Hospes- Itis, con uno spettacolo liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro prodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, in scena per la prima volta nella magnifica cornice del Teatro Grande di Pompei nel corso della settima edizione della rassegna estiva Pompeii Theatrum Mundi.

Note di regia

Quello del De Rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro, o meglio una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema. Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più, e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango. I temi del De Rerum, precipitano fragorosamente in questo tempo, e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese diagnosticata come Asperger, inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climaticaA Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naivtè e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia ‘butterfly’ Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che ‘sudano sangue’ sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un ‘daemon’, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più. Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo: che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto. Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi. Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro ‘battaglie’ per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che <<I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita>>.

Davide Iodice


Note al testo
De Rerum Natura – There is no planet B è un testo che racconta in sei episodi il rapporto tra uomo e natura nel nostro contemporaneo; il titolo è ispirato all’opera didascalica in versi del poeta latino Lucrezio; opera ch’ha rappresentato il punto di partenza intorno cui sviluppare la drammaturgia; sei “libri”, un prologo, un interludio e un epilogo, in cui prevale la forma dialogica, perché è proprio attraverso il dialogo, attraverso la forza rivelatrice del dialogo che ho provato a restituire il Teatro in tutta la sua potenza, in tutta la sua affascinante capacità di turbamento. A raccordare tra loro gli episodi, c’è la voce della Natura, che, mediante l’uso dei versi originali dell’opera di Lucrezio, si rivela quale forza primordiale e motrice di tutte le cose. La drammaturgia è stata poi adattata dal regista, Davide Iodice, che ha composto una partitura per la messa in scena, rielaborando alcune parti del testo e eliminandone altre.

 Fabio Pisano

La Rosa Bianca

 24 aprile doppia replica ore 11.00 per le scuole e ore 21.00  Teatro dele Briciole (Parma)  

info: La rosa bianca – Solares delle Arti

 

di e con  Aida Talliente e Sandro Pivotti

musiche Marco Colonna

disegno luci Luigi Biondi

 

patrocinio: Fondazione Die Weisse Rose Monaco, A.N.P.I. Udine, Comune di Udine, Regione FVG, A.N.E.D. Nazionale, Centro d’Accoglienza E. Balducci Udine, Università degli Studi di Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione (Udine), Dipartimento di Scienze giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, Arci Udine, Pordenone

collaborazione: Libera Udine e Libera Associazione nomi e numeri contro le mafie coordinamento di Udine, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

un ringraziamento al Dottor Umberto Lodovici e al Dottor Paolo Ghezzi

 

 

IL PROGETTO

La “Rosa Bianca” è il nome scelto da un gruppo di studenti universitari di Monaco, che dalla primavera del 1942 all’inverno del 1943, iniziarono e portarono avanti con coraggio, un percorso di resistenza politica contro il regime nazista. Il gruppo di amici e conoscenti, ispirati da “libri proibiti” di straordinari scrittori,organizzarono un’attività sovversiva, scrivendo e divulgando in diverse città della Germania, dei volantini che portavano la voce di una piccola parte del popolo, quello che non poteva tacere davanti alla violazione dei diritti umani e alla negazione della libertà. Il nucleo principale composto da Hans e Sophie Sholl, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst e il professor  Kurt Huber, venne scoperto nel febbraio del 43. Tutti e sei i componenti furono arrestati, processati e ghigliottinati per alto tradimento. Ma il loro messaggio non si esaurì quell’inverno, fu accolto e portato avanti da altri, anche in seguito alla loro morte.

I membri della Rosa Bianca erano dei ragazzi provenienti da famiglie per lo più borghesi. Famiglie amorevoli che avevano cresciuto i loro figli con alti principi morali ed etici. E’ questa educazione che permette loro di poter distinguere tra il giusto e l’ingiusto e di farsi carico con piena responsabilità delle proprie azioni. Pur vivendo sotto la ferocia della dittatura nazista, questi giovani furono in grado di scegliere da che parte stare donando se stessi, per i diritti di tutti. La loro Resistenza non violenta è uno straordinario esempio di azione politica, che attraverso parole e idee ha generato, per la prima volta, un messaggio universale contemplando la possibilità di un’Europa unita e di una convivenza pacifica tra tutti i popoli portatori di bellezza nella propria diversità. Un messaggio tra i più attuali e contemporanei, che parla di libertà. Libertà così tanto desiderata  da rischiare la propria vita per riaverla.

Il racconto di queste vite, costruito partendo da lettere, pensieri e avvenimenti, vuole essere un omaggio alla voce dei giovani; ai giovani di allora, che attraverso le loro scelte e le loro azioni lasciarono delle tracce e ai giovani di oggi, in costante cammino verso la costruzione di un mondo più giusto, più etico, più umano, un mondo che ancora fatica a trovare strumenti di pace.

Solo le storie degli uomini possono risuonare e cambiare la vita di altri uomini. Raccontare di questi ragazzi ora, significa parlare di qualcosa che va al di là del loro tempo. Il coraggio di ogni generazione è la chiave per lo sviluppo della nostra civiltà. Questo è ciò che deve essere difeso. Come è stato fatto allora, così deve esserlo oggi.

 

 

La Rosa Bianca

 24 aprile doppia replica ore 11.00 per le scuole e ore 21.00  Teatro dele Briciole (Parma)  

info: La rosa bianca – Solares delle Arti

 

di e con  Aida Talliente e Sandro Pivotti

musiche Marco Colonna

disegno luci Luigi Biondi

 

patrocinio: Fondazione Die Weisse Rose Monaco, A.N.P.I. Udine, Comune di Udine, Regione FVG, A.N.E.D. Nazionale, Centro d’Accoglienza E. Balducci Udine, Università degli Studi di Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione (Udine), Dipartimento di Scienze giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, Arci Udine, Pordenone

collaborazione: Libera Udine e Libera Associazione nomi e numeri contro le mafie coordinamento di Udine, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

un ringraziamento al Dottor Umberto Lodovici e al Dottor Paolo Ghezzi

 

 

IL PROGETTO

La “Rosa Bianca” è il nome scelto da un gruppo di studenti universitari di Monaco, che dalla primavera del 1942 all’inverno del 1943, iniziarono e portarono avanti con coraggio, un percorso di resistenza politica contro il regime nazista. Il gruppo di amici e conoscenti, ispirati da “libri proibiti” di straordinari scrittori,organizzarono un’attività sovversiva, scrivendo e divulgando in diverse città della Germania, dei volantini che portavano la voce di una piccola parte del popolo, quello che non poteva tacere davanti alla violazione dei diritti umani e alla negazione della libertà. Il nucleo principale composto da Hans e Sophie Sholl, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst e il professor  Kurt Huber, venne scoperto nel febbraio del 43. Tutti e sei i componenti furono arrestati, processati e ghigliottinati per alto tradimento. Ma il loro messaggio non si esaurì quell’inverno, fu accolto e portato avanti da altri, anche in seguito alla loro morte.

I membri della Rosa Bianca erano dei ragazzi provenienti da famiglie per lo più borghesi. Famiglie amorevoli che avevano cresciuto i loro figli con alti principi morali ed etici. E’ questa educazione che permette loro di poter distinguere tra il giusto e l’ingiusto e di farsi carico con piena responsabilità delle proprie azioni. Pur vivendo sotto la ferocia della dittatura nazista, questi giovani furono in grado di scegliere da che parte stare donando se stessi, per i diritti di tutti. La loro Resistenza non violenta è uno straordinario esempio di azione politica, che attraverso parole e idee ha generato, per la prima volta, un messaggio universale contemplando la possibilità di un’Europa unita e di una convivenza pacifica tra tutti i popoli portatori di bellezza nella propria diversità. Un messaggio tra i più attuali e contemporanei, che parla di libertà. Libertà così tanto desiderata  da rischiare la propria vita per riaverla.

Il racconto di queste vite, costruito partendo da lettere, pensieri e avvenimenti, vuole essere un omaggio alla voce dei giovani; ai giovani di allora, che attraverso le loro scelte e le loro azioni lasciarono delle tracce e ai giovani di oggi, in costante cammino verso la costruzione di un mondo più giusto, più etico, più umano, un mondo che ancora fatica a trovare strumenti di pace.

Solo le storie degli uomini possono risuonare e cambiare la vita di altri uomini. Raccontare di questi ragazzi ora, significa parlare di qualcosa che va al di là del loro tempo. Il coraggio di ogni generazione è la chiave per lo sviluppo della nostra civiltà. Questo è ciò che deve essere difeso. Come è stato fatto allora, così deve esserlo oggi.

 

 

Maldalsabida

 18 aprile ore 20.45
Teatro Comunale di Pergine Valsugana (Tn)
info e prenotazioni: Maldalsabida – FESTIVAL BELLANDI 2024 a Pergine Valsugana | cheventi.it

 Aida Talliente: voce, giocattoli e strumenti non convenzionali
Leo Virgili: chitarra, theremin, glockenspiel
Giorgio Pacorig: tastiere Fender Rhodes, synt Korg ms20
Eugenio Dreas: basso
Marco D’Orlando: batteria, percussioni

Il progetto Maldalsabida nasce come ricerca musicale e poetica che parte dal suono della lingua friulana; una lingua capace di essere ruvida e spigolosa così come infinitamente dolce nella sua dimensione più intima. Il percorso traccia paesaggi  sonori contemporanei variegati e mai banali. La potenza delle parole di Raffaele BB Lazzara, Novella Cantarutti e Leonardo Zanier, si fonde con la musica di un ensemble eclettico e capace di passare dal blues, alla psichedelica e a melodie senza tempo. Un Friuli nuovo, lontano dallo stereotipo dell`”antico mondo rurale” e pronto ad esplodere in un canto anarchico e pieno di bellezza.

 
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