Macalizi

16/12/2023 19:00 - 22:00
Teatro Monsignor Lavaroni
Address: Artegna

Macalizi, il dio del massacro

DOPPIA REPLICA

16  dicembre ore 19.00 e ore 21.00

Teatro Monsignr Lavaroni, Artegna (Ud)

info e prenotazioni:  3318210675 info@teatroartegna.it

regia di Fabrizio Arcuri e Rita Maffei

testo di Yasmina Reza

con Aida Talliente, Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino

scene Luigina tusini

fonica Ivan moda 

una produzione CSS Teatro Stabile d’Innovazione del FVG, Mittelfest 2022, Arlef

Le Dieu du carnage è una commedia della drammaturga francese Yasmina Reza del 2006, pubblicata in Italia col titolo Il dio del massacro e resa celebre nel 2011 dal film Carnage, di Roman Polànski .Maçalizi è il titolo friulano della commedia con la regia a quattro mani di Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, affidata all’interpretazione di Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino, Aida Talliente. La commedia racconta il confronto/scontro tra due famiglie all’interno di un contesto borghese. Due coppie si ritrovano in un normale salotto per appianare la lite violenta tra i rispettivi figli. Presto, questo incontro riappacificatore si trasforma in uno scontro esplosivo.
La tensione si rispecchia nell’evoluzione delle parole. All’inizio l’italiano maschera, da lingua astratta della convenzione, i sentimenti più autentici e profondi, che emergono via via con il friulano, che finisce così per rivelarsi la lingua degli stati d’animo e istinti più autentici.
Le buone maniere, la tolleranza, il rispetto dei punti di vista, il politically correct, la stessa moralità, lasciano spazio a sentimenti di pancia e decisamente più maligni e spietati, smascherano “il dio del massacro” che può annidarsi dentro ognuno di noi.
Il salotto sarà ricreato, al centro, in una teca/gabbia di vetro: gli spettatori siederanno tutti intorno a osservare la scena, come degli studiosi in un teatro anatomico.

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  • 13/03/2025 19:00 - 13/03/2025 21:00
    dal 6 al 16 marzo
    Teatro San Ferdinando, Napoli

    06/03/2025 ore 21:00
    07/03/2025 ore 21:00
    08/03/2025 ore 19:00
    09/03/2025 ore 18:00
    11/03/2025 ore 21:00
    12/03/2025 ore 17:00
    13/03/2025 ore 19:00
    14/03/2025 ore 21:00
    15/03/2025 ore 19:00
    16/03/2025 ore 18:00

    info e prenotazioni: DE RERUM NATURA [There is no planet B] - Teatro di Napoli

     

    liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
    ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
    drammaturgia Fabio Pisano

    con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure)

    e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
    [progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]

    scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
    costumi Daniela Salernitano
    luci Loic Francois Hamelin
    musiche originali Lino Cannavacciuolo
    assistente alla regia Carlotta Campobasso
    scenografo collaboratore Marco Di Napoli
    assistente costumista Ilaria Carannante

    produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

    questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.

    «Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido imperioso?»
    De rerum natura – traduzione Milo De Angelis
    «There is no planet B, and there is no planet Bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla!»
    Greta Thunberg – discorso all’Onu
    Quello del De rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro o, meglio, una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema.
    Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango.
    I temi del De rerum precipitano fragorosamente in questo tempo e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese, diagnosticata come Asperger, e inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naïvté e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia “butterfly” Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che “sudano sangue” sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita, credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più.
    Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo, che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto.
    Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi.
    Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro battaglie per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che «I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita»

  • 14/03/2025 21:00 - 14/03/2025 23:00
    dal 6 al 16 marzo
    Teatro San Ferdinando, Napoli

    06/03/2025 ore 21:00
    07/03/2025 ore 21:00
    08/03/2025 ore 19:00
    09/03/2025 ore 18:00
    11/03/2025 ore 21:00
    12/03/2025 ore 17:00
    13/03/2025 ore 19:00
    14/03/2025 ore 21:00
    15/03/2025 ore 19:00
    16/03/2025 ore 18:00

    info e prenotazioni: DE RERUM NATURA [There is no planet B] - Teatro di Napoli

     

    liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
    ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
    drammaturgia Fabio Pisano

    con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure)

    e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
    [progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]

    scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
    costumi Daniela Salernitano
    luci Loic Francois Hamelin
    musiche originali Lino Cannavacciuolo
    assistente alla regia Carlotta Campobasso
    scenografo collaboratore Marco Di Napoli
    assistente costumista Ilaria Carannante

    produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

    questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.

    «Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido imperioso?»
    De rerum natura – traduzione Milo De Angelis
    «There is no planet B, and there is no planet Bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla!»
    Greta Thunberg – discorso all’Onu
    Quello del De rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro o, meglio, una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema.
    Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango.
    I temi del De rerum precipitano fragorosamente in questo tempo e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese, diagnosticata come Asperger, e inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naïvté e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia “butterfly” Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che “sudano sangue” sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita, credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più.
    Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo, che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto.
    Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi.
    Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro battaglie per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che «I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita»

  • 15/03/2025 19:00 - 15/03/2025 21:00
    dal 6 al 16 marzo
    Teatro San Ferdinando, Napoli

    06/03/2025 ore 21:00
    07/03/2025 ore 21:00
    08/03/2025 ore 19:00
    09/03/2025 ore 18:00
    11/03/2025 ore 21:00
    12/03/2025 ore 17:00
    13/03/2025 ore 19:00
    14/03/2025 ore 21:00
    15/03/2025 ore 19:00
    16/03/2025 ore 18:00

    info e prenotazioni: DE RERUM NATURA [There is no planet B] - Teatro di Napoli

     

    liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
    ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
    drammaturgia Fabio Pisano

    con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure)

    e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
    [progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]

    scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
    costumi Daniela Salernitano
    luci Loic Francois Hamelin
    musiche originali Lino Cannavacciuolo
    assistente alla regia Carlotta Campobasso
    scenografo collaboratore Marco Di Napoli
    assistente costumista Ilaria Carannante

    produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

    questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.

    «Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido imperioso?»
    De rerum natura – traduzione Milo De Angelis
    «There is no planet B, and there is no planet Bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla!»
    Greta Thunberg – discorso all’Onu
    Quello del De rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro o, meglio, una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema.
    Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango.
    I temi del De rerum precipitano fragorosamente in questo tempo e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese, diagnosticata come Asperger, e inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naïvté e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia “butterfly” Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che “sudano sangue” sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita, credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più.
    Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo, che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto.
    Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi.
    Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro battaglie per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che «I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita»

  • 16/03/2025 18:00 - 16/03/2025 20:00
    dal 6 al 16 marzo
    Teatro San Ferdinando, Napoli

    06/03/2025 ore 21:00
    07/03/2025 ore 21:00
    08/03/2025 ore 19:00
    09/03/2025 ore 18:00
    11/03/2025 ore 21:00
    12/03/2025 ore 17:00
    13/03/2025 ore 19:00
    14/03/2025 ore 21:00
    15/03/2025 ore 19:00
    16/03/2025 ore 18:00

    info e prenotazioni: DE RERUM NATURA [There is no planet B] - Teatro di Napoli

     

    liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
    ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
    drammaturgia Fabio Pisano

    con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure)

    e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
    [progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]

    scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
    costumi Daniela Salernitano
    luci Loic Francois Hamelin
    musiche originali Lino Cannavacciuolo
    assistente alla regia Carlotta Campobasso
    scenografo collaboratore Marco Di Napoli
    assistente costumista Ilaria Carannante

    produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

    questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.

    «Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido imperioso?»
    De rerum natura – traduzione Milo De Angelis
    «There is no planet B, and there is no planet Bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla!»
    Greta Thunberg – discorso all’Onu
    Quello del De rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro o, meglio, una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema.
    Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango.
    I temi del De rerum precipitano fragorosamente in questo tempo e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese, diagnosticata come Asperger, e inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naïvté e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia “butterfly” Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che “sudano sangue” sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita, credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più.
    Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo, che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto.
    Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi.
    Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro battaglie per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che «I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita»