Lady Sings The Blues (l’autobiografia di Billie Holiday)

21/02/2018 20:45 - 21:45
Teatro Comunale di Pergine
Phone:tel. 0461 511332 (biglietteria) tel. 0461 534321 (amministrazione)
Address: Il Teatro comunale di Pergine si trova in Piazza Garibaldi 5/G.

LADY SINGS THE BLUES

l’autobiografia di Billie Holiday

 

di e con Aida Talliente

direzione musicale di Simone Serafini

 

la band:

Mirko Cisilino (tromba)

Filippo Orefice (sax tenore/clarinetto)

Stefano De Giorgio (sax baritono)

Maurizio Cepparo (trombone)

Luca Dal Sacco (chitarra)

Francesco De Luisa (piano)

Simone Serafini (contrabbasso)

Alessandro Mansutti (batteria)

 

Una donna. Un gruppo di musicisti seduti accanto a lei. Vecchi microfoni,
vecchi dischi sparsi, sedie accatastate, bicchieri qua e là. Una scritta luminosa che
scende dall’alto: “ON AIR”. Siamo in un luogo intimo: la sala di una vecchia radio
anni ‘50. Dalla penombra e dal silenzio si sente suonare un disco: “Strange Fruit”
e le prime parole confuse di una voce femminile. Una voce roca, rotta. È lei che
parla: la donna. “Il mio più grande sogno è…”, così la donna inizia il suo racconto,
come fosse l’ultima intervista, l’ultimo “canto” della sua vita. E dopo questo
breve inizio è la musica della band a strappare il silenzio e ad accompagnarci nei
sobborghi di Baltimora, nei jazz club di tutta New York, nelle città da una costa
all’altra dell’America e negli anni tormentati delle violenze razziali. È dentro
questo mondo che nasce la voce di Billie Holiday, quella voce che più di ogni altra
è riuscita a raccontare con sincerità ogni sorta di esperienza vissuta. Quella voce
così meravigliosamente umana e piena di franchezza che diventa l’urlo di un cane
randagio, l’urlo dell’amore e della fame, l’urlo di ogni cicatrice che segna il corpo e
il cuore, l’urlo delle tante strade percorse. Urlo e Canto divisi da una linea molto
sottile, ed è dentro questa linea che nasce fragile e bellissimo il suo blues.

 

Sguardi critici
Teatro-canzone o recital con sound. È difficile, e forse superfluo, imbrigliare in
una categoria l’originalità dello spettacolo “The lady sings the blues”, che unisce il
monologo spezzato di Aida Talliente, sempre strepitosa, e il blues live di una band
affiatatissima di otto strumentisti, guidati da Simone Serafini.
Ma un collante c’è in questo scivolare tra loro della parola che racconta e del
tappeto sonoro che le fa eco. Ed è l’omaggio a distanza, a suo modo straniato,
che dei giovani artisti bianchi del Duemila tributano alla vita e al prodigio di
una regina statunitense del canto “nero”. Billie Holiday, cioè, e Lady Day per
definizione che, nata a Baltimora nel 1915, riscattò nell’arte di una voce venata di
straziato silenzio il disastro di un’esistenza infelice, ritmata da violenze, miseria,
burrasche sentimentali e dissipazione da stupefacenti, fino al capolinea di un
precoce congedo dal mondo a 44 anni. Ed è dunque dalla sua tribolazione che
tutto sembra scaturire, in una scena che mima l’oscurità da Night-Club anni Trenta, tra lampadine accese, trovarobato alla rinfusa per la band e aria fumosa
da immaginare. Di lato, appollaiata su un trespolo, la bocca quasi a baciare il
microfono, i capelli ingentiliti dall’immancabile gardenia bianca, l’attrice nerovestita
ripercorre e a tratti impersona le tappe di una via crucis personale, ma
via via allargata a metafora della sofferenza secolare di tutto un popolo, schiavo
di fatto anche dopo essere stato liberato per legge. E perciò qui si chiude con
le parole di Strange fruit, la “Marsigliese nera” con cui la Lady del blues uscì dai
temi dell’amore e della fame e prestò l’urgenza del suo canto alla denuncia di un
dolore non più solo suo. Applausi scroscianti dalla folta platea, mentre si pensa
che intanto in Georgia un dead man di colore, forse innocente, sta per essere
giustiziato. \ Angela Felice

 

biglietti: http://www.teatrodipergine.it/biglietteria

come arrivare: http://www.teatrodipergine.it/dove-siamo

 

segui i passi di Aida e iscriviti alla NEWSLETTER

Related upcoming events

  • 14/03/2025 21:00 - 14/03/2025 23:00
    dal 6 al 16 marzo
    Teatro San Ferdinando, Napoli

    06/03/2025 ore 21:00
    07/03/2025 ore 21:00
    08/03/2025 ore 19:00
    09/03/2025 ore 18:00
    11/03/2025 ore 21:00
    12/03/2025 ore 17:00
    13/03/2025 ore 19:00
    14/03/2025 ore 21:00
    15/03/2025 ore 19:00
    16/03/2025 ore 18:00

    info e prenotazioni: DE RERUM NATURA [There is no planet B] - Teatro di Napoli

     

    liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
    ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
    drammaturgia Fabio Pisano

    con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure)

    e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
    [progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]

    scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
    costumi Daniela Salernitano
    luci Loic Francois Hamelin
    musiche originali Lino Cannavacciuolo
    assistente alla regia Carlotta Campobasso
    scenografo collaboratore Marco Di Napoli
    assistente costumista Ilaria Carannante

    produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

    questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.

    «Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido imperioso?»
    De rerum natura – traduzione Milo De Angelis
    «There is no planet B, and there is no planet Bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla!»
    Greta Thunberg – discorso all’Onu
    Quello del De rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro o, meglio, una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema.
    Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango.
    I temi del De rerum precipitano fragorosamente in questo tempo e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese, diagnosticata come Asperger, e inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naïvté e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia “butterfly” Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che “sudano sangue” sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita, credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più.
    Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo, che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto.
    Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi.
    Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro battaglie per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che «I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita»

  • 15/03/2025 19:00 - 15/03/2025 21:00
    dal 6 al 16 marzo
    Teatro San Ferdinando, Napoli

    06/03/2025 ore 21:00
    07/03/2025 ore 21:00
    08/03/2025 ore 19:00
    09/03/2025 ore 18:00
    11/03/2025 ore 21:00
    12/03/2025 ore 17:00
    13/03/2025 ore 19:00
    14/03/2025 ore 21:00
    15/03/2025 ore 19:00
    16/03/2025 ore 18:00

    info e prenotazioni: DE RERUM NATURA [There is no planet B] - Teatro di Napoli

     

    liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
    ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
    drammaturgia Fabio Pisano

    con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure)

    e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
    [progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]

    scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
    costumi Daniela Salernitano
    luci Loic Francois Hamelin
    musiche originali Lino Cannavacciuolo
    assistente alla regia Carlotta Campobasso
    scenografo collaboratore Marco Di Napoli
    assistente costumista Ilaria Carannante

    produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

    questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.

    «Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido imperioso?»
    De rerum natura – traduzione Milo De Angelis
    «There is no planet B, and there is no planet Bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla!»
    Greta Thunberg – discorso all’Onu
    Quello del De rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro o, meglio, una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema.
    Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango.
    I temi del De rerum precipitano fragorosamente in questo tempo e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese, diagnosticata come Asperger, e inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naïvté e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia “butterfly” Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che “sudano sangue” sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita, credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più.
    Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo, che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto.
    Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi.
    Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro battaglie per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che «I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita»

  • 16/03/2025 18:00 - 16/03/2025 20:00
    dal 6 al 16 marzo
    Teatro San Ferdinando, Napoli

    06/03/2025 ore 21:00
    07/03/2025 ore 21:00
    08/03/2025 ore 19:00
    09/03/2025 ore 18:00
    11/03/2025 ore 21:00
    12/03/2025 ore 17:00
    13/03/2025 ore 19:00
    14/03/2025 ore 21:00
    15/03/2025 ore 19:00
    16/03/2025 ore 18:00

    info e prenotazioni: DE RERUM NATURA [There is no planet B] - Teatro di Napoli

     

    liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
    ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
    drammaturgia Fabio Pisano

    con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure)

    e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
    [progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]

    scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
    costumi Daniela Salernitano
    luci Loic Francois Hamelin
    musiche originali Lino Cannavacciuolo
    assistente alla regia Carlotta Campobasso
    scenografo collaboratore Marco Di Napoli
    assistente costumista Ilaria Carannante

    produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

    questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.

    «Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido imperioso?»
    De rerum natura – traduzione Milo De Angelis
    «There is no planet B, and there is no planet Bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla!»
    Greta Thunberg – discorso all’Onu
    Quello del De rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro o, meglio, una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema.
    Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango.
    I temi del De rerum precipitano fragorosamente in questo tempo e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese, diagnosticata come Asperger, e inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naïvté e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia “butterfly” Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che “sudano sangue” sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita, credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più.
    Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo, che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto.
    Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi.
    Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro battaglie per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che «I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita»