DONNE CHE CAMBIANO IL MONDO

29/06/2023 21:00 - 22:00
Piazza Libertà Turriaco (Go)
Address: Piazza Libertà Turriaco (Go)

29 giugno ore 21.00 Piazza Libertà, Turriaco (Go)

info e prenotazioni: https://invisiblecities.eu/contaminazioni-2023

 

con Aida Talliente ed Elsa Martìn

video animation Giulia Spanghero

fonica Francesco Blasig 

 

 

“Non temo la morte. Temo il silenzio di fronte all’ingiustizia.

 Sono giovane e desidero vivere.

Ma dico a tutti coloro che vorrebbero farmi del male,

 che sono pronta dove e quando vorrete colpirmi.

 Potrete recidere un fiore

 ma non potrete impedire alla primavera di arrivare”

Malalai Joya

 

Un mondo migliore è possibile grazie alle donne. Questo concetto ha catturato la mente ed il cuore di tutti coloro che sono assetati di giustizia e i cui diritti sono loro negati. Soprattutto per le donne l’idea di un mondo migliore è alla base di tutto: di qualsiasi dimostrazione, qualsiasi campagna, qualsiasi sforzo nel mobilitare le persone, e dato il coinvolgimento e il ruolo giocato dalle donne, s’intuisce che molto probabilmente un mondo migliore ci sarà grazie a loro. Quando le donne narrano le loro storie, producono un’esperienza di guarigione per se stesse e per chi le ascolta. Dire la verità sulle loro vite cambia il mondo. Quando le donne si raccontano, scoprono temi comuni. Imparano che le proprie individuali esperienze di invisibilità, discriminazione, mancanza di riconoscimento e pressioni familiari e sociali sono comuni ad altre donne e non rimangono immobili. Fanno di tutto per migliorare la situazione. Sono nati così i centri anti violenza, le case delle donne ed è stata assicurata l’assistenza legale per porre fine alla violenza di genere. Per maschie e femmine sono state richieste e implementate istruzione, democrazia, riforme sul lavoro, nuovi diritti di famiglia e nuove legislazioni in materia di salute riproduttiva. Non c’è settore dell’umana esistenza in cui le donne non abbiano lavorato e non stiano lavorando affinché le priorità siano pace, giustizia, uguaglianza e libertà per tutti.

A loro è dedicato questo percorso narrativo e musicale che si sviluppa attraverso storie  provenienti da varie parti del mondo. Voci e grida di lotta, di impegno, di memoria, di pazienza, passione, cura e bellezza. Esperienze che si mischiano e vanno a comporre un tessuto sociale più umano e attento, fatto di solidarietà, incontri, scambi e collaborazioni; da quelle delle piantatrici di alberi nel deserto del Tatacoa in Sud America, alla storia di Malalai Joya deputata alla Camera bassa in Afghanistan, alle lettere dal carcere scritte da Nassrim Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana che da sempre lotta per i diritti degli oppressi, alle parole di Liliana Segre che ci inchiodano davanti alla storia drammatica della Seconda Guerra Mondiale e all’Europa dei giorni nostri.  E ancora: le voci dalle seminatrici in Ruanda, quelle delle straordinarie combattenti Kurde e l’ultima voce quella di Joumana Haddad poetessa libanese.

Donne che ricostruiscono il mondo con un lavoro incessante, con straordinaria determinazione e con orgogliosa tenacia nonostante le difficoltà.

Parole, canto e sonorità evocative e visionarie, sono gli strumenti che disegnano paesaggi emotivi all’interno di questo viaggio denso di umanità che vuole essere un doveroso omaggio a tutte quelle donne che, giorno dopo giorno, con amore e forza, continuano a lottare rendendo possibile ciò che, altrimenti, resterebbe solo illusione.

 

 

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  • 13/03/2025 19:00 - 13/03/2025 21:00
    dal 6 al 16 marzo
    Teatro San Ferdinando, Napoli

    06/03/2025 ore 21:00
    07/03/2025 ore 21:00
    08/03/2025 ore 19:00
    09/03/2025 ore 18:00
    11/03/2025 ore 21:00
    12/03/2025 ore 17:00
    13/03/2025 ore 19:00
    14/03/2025 ore 21:00
    15/03/2025 ore 19:00
    16/03/2025 ore 18:00

    info e prenotazioni: DE RERUM NATURA [There is no planet B] - Teatro di Napoli

     

    liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
    ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
    drammaturgia Fabio Pisano

    con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure)

    e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
    [progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]

    scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
    costumi Daniela Salernitano
    luci Loic Francois Hamelin
    musiche originali Lino Cannavacciuolo
    assistente alla regia Carlotta Campobasso
    scenografo collaboratore Marco Di Napoli
    assistente costumista Ilaria Carannante

    produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

    questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.

    «Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido imperioso?»
    De rerum natura – traduzione Milo De Angelis
    «There is no planet B, and there is no planet Bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla!»
    Greta Thunberg – discorso all’Onu
    Quello del De rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro o, meglio, una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema.
    Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango.
    I temi del De rerum precipitano fragorosamente in questo tempo e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese, diagnosticata come Asperger, e inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naïvté e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia “butterfly” Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che “sudano sangue” sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita, credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più.
    Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo, che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto.
    Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi.
    Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro battaglie per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che «I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita»

  • 14/03/2025 21:00 - 14/03/2025 23:00
    dal 6 al 16 marzo
    Teatro San Ferdinando, Napoli

    06/03/2025 ore 21:00
    07/03/2025 ore 21:00
    08/03/2025 ore 19:00
    09/03/2025 ore 18:00
    11/03/2025 ore 21:00
    12/03/2025 ore 17:00
    13/03/2025 ore 19:00
    14/03/2025 ore 21:00
    15/03/2025 ore 19:00
    16/03/2025 ore 18:00

    info e prenotazioni: DE RERUM NATURA [There is no planet B] - Teatro di Napoli

     

    liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
    ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
    drammaturgia Fabio Pisano

    con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure)

    e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
    [progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]

    scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
    costumi Daniela Salernitano
    luci Loic Francois Hamelin
    musiche originali Lino Cannavacciuolo
    assistente alla regia Carlotta Campobasso
    scenografo collaboratore Marco Di Napoli
    assistente costumista Ilaria Carannante

    produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

    questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.

    «Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido imperioso?»
    De rerum natura – traduzione Milo De Angelis
    «There is no planet B, and there is no planet Bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla!»
    Greta Thunberg – discorso all’Onu
    Quello del De rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro o, meglio, una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema.
    Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango.
    I temi del De rerum precipitano fragorosamente in questo tempo e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese, diagnosticata come Asperger, e inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naïvté e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia “butterfly” Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che “sudano sangue” sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita, credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più.
    Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo, che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto.
    Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi.
    Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro battaglie per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che «I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita»

  • 15/03/2025 19:00 - 15/03/2025 21:00
    dal 6 al 16 marzo
    Teatro San Ferdinando, Napoli

    06/03/2025 ore 21:00
    07/03/2025 ore 21:00
    08/03/2025 ore 19:00
    09/03/2025 ore 18:00
    11/03/2025 ore 21:00
    12/03/2025 ore 17:00
    13/03/2025 ore 19:00
    14/03/2025 ore 21:00
    15/03/2025 ore 19:00
    16/03/2025 ore 18:00

    info e prenotazioni: DE RERUM NATURA [There is no planet B] - Teatro di Napoli

     

    liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
    ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
    drammaturgia Fabio Pisano

    con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure)

    e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
    [progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]

    scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
    costumi Daniela Salernitano
    luci Loic Francois Hamelin
    musiche originali Lino Cannavacciuolo
    assistente alla regia Carlotta Campobasso
    scenografo collaboratore Marco Di Napoli
    assistente costumista Ilaria Carannante

    produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

    questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.

    «Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido imperioso?»
    De rerum natura – traduzione Milo De Angelis
    «There is no planet B, and there is no planet Bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla!»
    Greta Thunberg – discorso all’Onu
    Quello del De rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro o, meglio, una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema.
    Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango.
    I temi del De rerum precipitano fragorosamente in questo tempo e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese, diagnosticata come Asperger, e inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naïvté e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia “butterfly” Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che “sudano sangue” sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita, credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più.
    Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo, che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto.
    Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi.
    Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro battaglie per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che «I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita»

  • 16/03/2025 18:00 - 16/03/2025 20:00
    dal 6 al 16 marzo
    Teatro San Ferdinando, Napoli

    06/03/2025 ore 21:00
    07/03/2025 ore 21:00
    08/03/2025 ore 19:00
    09/03/2025 ore 18:00
    11/03/2025 ore 21:00
    12/03/2025 ore 17:00
    13/03/2025 ore 19:00
    14/03/2025 ore 21:00
    15/03/2025 ore 19:00
    16/03/2025 ore 18:00

    info e prenotazioni: DE RERUM NATURA [There is no planet B] - Teatro di Napoli

     

    liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro
    ideazione, adattamento e regia Davide Iodice
    drammaturgia Fabio Pisano

    con (in o.a) Aida Talliente (La Natura/Prima Donna di Lesbo/Mamma Orsa), Ilaria Scarano (Seconda donna di Lesbo/Emilia), Carolina Cametti(Terza donna di Lesbo/La donna sull’albero), MariaTeresa Battista (Venere), Greta Domenica Esposito (Ragazza), Sergio Del Prete (Ministro/Pacific Lumber), Wael Habib (Bracciante/altre figure), Giovanni Trono (Padrone/altre figure), Marco Palumbo (Striato, altre figure), Emilio Vacca (Protele, altre figure)

    e con la partecipazione straordinaria di ORCHESTRÌA Marco Fuccio, Giancarla Oliva, Chiara Alina Di Sarno, Giuseppina Oliva, Tommaso Renzuto Iodice, Simone Rijavec, Laura Errico, Alessandro La Rocca, Paola Gargiulo, Antonella Esposito, Massimo Renzetti, Guglielmo Gargarella, Dmitry Medici, Nicolas Sacrez, Lucrezia Pirani, Melina Russo, Giulio Sica, Francesco Cicatiello, Alina Shost, Giulia Caporrino, Daniele Rensi, Ilaria Giorgi, Giulia Albero, Giorgio Albero
    [progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione FORGAT ODV all’interno della Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Fraioli, Eleonora Ricciardi]

    scene maschere e pupazzi Tiziano Fario
    costumi Daniela Salernitano
    luci Loic Francois Hamelin
    musiche originali Lino Cannavacciuolo
    assistente alla regia Carlotta Campobasso
    scenografo collaboratore Marco Di Napoli
    assistente costumista Ilaria Carannante

    produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

    questo spettacolo è dedicato alla memoria della Dott.ssa Annamaria Ciarallo, botanica.

    «Non volete ascoltare quello che chiede la natura e con il suo grido imperioso?»
    De rerum natura – traduzione Milo De Angelis
    «There is no planet B, and there is no planet Bla. Bla, bla, bla, bla, bla, bla!»
    Greta Thunberg – discorso all’Onu
    Quello del De rerum è un tema coltivato già dai tempi dell’Accademia, tra i materiali che il mio maestro Andrea Camilleri mi suggeriva ad ispirazione. E in effetti prima che il teatro decidesse al posto mio, avevo immaginato un futuro o, meglio, una fuga dalla mia realtà di marginalità periferica, come etologo, o naturalista, in qualche landa estrema.
    Ritorna ora come oggettivazione di un sentimento del presente che si è caricato in questi anni pandemici di un terrore di vuoto, di un senso di apocalisse e di rivincita di quella Natura a cui ormai non apparteniamo più e che ci rigetta per mezzo di un pipistrello o (anche mentre scrivo) di fiumi di fango.
    I temi del De rerum precipitano fragorosamente in questo tempo e la voce di Lucrezio mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese, diagnosticata come Asperger, e inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità. L’immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all’Onu da Greta Thunberg sull’emergenza climatica. A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana che con la sua sincera naïvté e il suo sincero terrore del futuro manda in lacrime i discorsi di un ministro dello Stato; Julia “butterfly” Hill e la sua resistenza anticapitalistica al cinismo distruttivo delle majors, sospesa tra i rami di una sequoia; le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo e la loro pietas per dei figli di altre madri, di altri paesi; i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette che “sudano sangue” sfruttati dagli speculatori e muoiono insieme a quelle terre. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un daemon, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita, credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più.
    Questo lavoro è dedicato alla memoria di una studiosa, un’importante botanica, una persona a me molto cara, strettamente legata a questo luogo, che mi ha insegnato ad amare e per cui ho immaginato sin da subito il progetto.
    Ma anche, idealmente, con molte scuse e molta ammirazione, alle ragazze e ai ragazzi che animano i tanti movimenti di impegno ecologico, sociale, civico, nei territori più diversi.
    Al loro grido appassionato e “imperioso”, contro le incoerenze e le ingiustizie, alle loro battaglie per il proprio futuro, con la certezza, non poco vacillante in questi tempi di guerra, che «I movimenti della distruzione non possono prevalere per sempre, non possono seppellire in eterno la vita»