Maçalizi 29/30 luglio ore 21.00 sala Di Toppo Wassermann, via Gemona (Ud)
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di Yasmina Reza
traduzione/ traduzion William Cisilino e Michele Calligaris
regia/regjie Fabrizio Arcuri e Rita Maffei
scene e costumi/ senis e costums Luigina Tusini
luci/ lûs Alberto Bevilacqua
con/ cun Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino, Aida Talliente
una produzione/ une produzion CSS Teatro stabile di innovazione FVG e Mittelfest2022
con/ cun ARLeF – Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane
spettacolo in lingua friulana e italiana/ spetacul par furlan e par talian
Le Dieu du carnage è una commedia della drammaturga francese Yasmina Reza del 2006, pubblicata in Italia col titolo Il dio del massacro e resa celebre nel 2011 dal film Carnage, di Roman Polànski con protagonisti Jodie Foster, John C.Reilly, Christoph Waltz e Kate Winslet.
Maçalizi è il titolo della sua versione in lingua friulana, tradotta da William Cisilino e Michele Calligaris in occasione della co-produzione per Mittelfest 2022 con la regia a quattro mani di Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, affidata all’interpretazione del quartetto di attori composto da Fabiano Fantini, Rita Maffei, Massimo Somaglino, Aida Talliente.
Maçalizi – Il dio del massacro racconta il confronto/scontro tra due famiglie all’interno di un contesto borghese.
Due coppie si ritrovano in un normale salotto per appianare la lite violenta tra i rispettivi figli. Presto, questo incontro riappacificatore si trasforma in uno scontro esplosivo.
La dinamica di tensione crescente che si crea fra i personaggi si rispecchia nell’evoluzione delle parole.
All’inizio l’italiano maschera, da lingua astratta della convenzione, i sentimenti più autentici e profondi, che emergono via via con il friulano, che finisce così per rivelarsi la lingua degli stati d’animo e istinti più autentici.
Le buone maniere, la tolleranza, il rispetto dei punti di vista, il politically correct, la stessa moralità, lasciano spazio a sentimenti di pancia e decisamente più maligni e spietati, smascherano “il dio del massacro” che può annidarsi dentro ognuno di noi.
Il salotto sarà ricreato, al centro, in una teca/gabbia di vetro: gli spettatori siederanno tutti intorno a osservare la scena, come degli studiosi in un teatro anatomico.
Sulla messa in scena
“Abbiamo immaginato di trasferire in un’ambientazione nostrana il confronto tra due diverse classi sociali in un interno borghese e lasciar agire questo testo con tutta la sua forza e la sua potenza.
Una certa ipocrisia che si cela nel perbenismo e dietro a un velo di buon senso esplode e frana sotto i colpi della complessità in cui viviamo.
Le sfumature necessarie per rapportarsi con i temi che vengono via via suggeriti e affrontati mal sopportano i toni netti che schierano in modo ideologico le due famiglie, incapaci di comprendere le rispettive posizioni.
A partire dalla preziosa didascalia di Yasmine Reza che recita “un salotto, niente di realistico”, abbiamo allora immaginato una scatola scenica – come fosse una gabbia o un acquario – per mettere sotto una lente di ingrandimento – e sotto gli occhi degli spettatori che la circondano – questo insolito ménage crudele che si lascia scrutare e vivisezionare, una sorta di gabinetto anatomico, o un radiodramma semovente.Anche se a distanza, come spettatori saremo partecipi e costantemente chiamati a prendere una posizione. E sarà davvero difficile capire da quale parte stare: il torto e la ragione contrattano un valzer dai contorni evanescenti e trovarsi d’accordo con le diverse posizioni che emergono non sarà mai comodo.”
Fabrizio Arcuri e Rita Maffei, i registi
spettacolo realizzato in collaborazione tra FESTIL e Teatro Contatto Estate