1 Giugno 2018
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terza residenza di un percorso iniziato ormai 8 mesi fa…
“Speranza non è una parola
non abbiamo che lei
facciamola diventare mani, occhi, rabbia
e vinceremo la paura”
drammaturgia di Aida Talliente
con Aida Talliente
proiezioni analogiche/suono Hybrida
live painting Cosimo Miorelli
disegno luci Luigi Biondi
produzione Aria Teatro – Teatro di Pergine / C.S.S. Udine
“In ogni uomo vi è qualcosa di sacro ma non è la sua persona e neppure la persona umana. E’ semplicemente lui, quell’uomo nella sua interezza. Braccia, occhi, pensieri, tutto. Non arrecherei offesa a niente di tutto questo senza infiniti scrupoli. Che cosa mi impedisce di fargli del male? Il fatto di sapere che se qualcuno gli arrecasse del male, la sua anima sarebbe straziata dal pensiero che gli viene fatto del male”.
Simon Weil
Il bene è l’unica fonte del sacro. Solo il bene e ciò che è relativo al bene è sacro. Ci sono zone buie del cuore, quelle zone in cui risiedono paure a cui e sempre così difficile dare un nome. Lì si trova la fragilità; in quello spazio vuoto dove il nostro essere intero, integro, rischia di sgretolarsi, dividersi, frammentarsi quando viene a contatto con un dolore troppo grande. In coloro che hanno subìto troppi colpi, quella parte del cuore che grida per il male inflitto, sembra aver perso la fiducia, la luce, sembra morta. Ma non lo è mai del tutto. Semplicemente non può più gridare, è bloccata in un gemito sordo e ininterrotto. Occorre dunque uno spazio perché questo grido flebile e maldestro possa farsi udire. Occorre uno spazio in cui poter sperare.
C’è un disperato bisogno di sperare e parlare di Speranza. Sentire questa parola, vederla attuata in azioni concrete, cercarla, gridarla.
Mai come ora è tempo di Speranza, di abitare il Bene, di abitare il Sacro, in ogni momento del giorno, in ogni luogo del mondo, in ogni storia di uomo. E mai come ora è tempo di riappropriarsi di un linguaggio alto, evangelico, elaborarlo e allontanarlo dagli equivoci di una religione patriarcale e lasciare che il lirismo e la poesia di alcune parole, si facciano carne, diventino esempi concreti attraverso le storie degli uomini, diventino azione.
Scelgo così, di iniziare la ricerca partendo da un terreno letterario e spirituale pieno di bellezza, per mio conto molto attuale e ricco di possibilità immaginarie ed evocative: “Il Vangelo delle Beatitudini”. E lo scelgo come fosse una lettera al mondo. Una lettera alle persone; a quelle conosciute e a quelle sconosciute. A quelli che piangono, a quelli che hanno fame e sete di giustizia, a chi è misericordioso, a chi è perseguitato, a chi opera per la pace, a chi si sente come una frattura nel mondo, a chi è vicino, a chi non tornerà più, a chi ha bisogno di sperare un’intensa e furiosa speranza come diceva D. M. Turoldo.
Decido di iniziare un percorso di ricerca parlando, prima di tutto, proprio con persone che vivono condizioni di vita particolari, al limite, in cui la Speranza sembra non esserci più: carcerati, malati terminali, persone anziane ma non solo. Parlo anche con due sacerdoti così naturalmente lontani dall’istituzione Chiesa e cosi straordinariamente vicini alle parole del Vangelo. Raccolgo nel corso dei mesi i pensieri di ognuno, le loro riflessioni, finché mi capita d’incontrare e conoscere la madre di una ragazza vittima di mafia e un ergastolano, in carcere ormai già da molti anni. Così inizia a delinearsi più chiaramente la struttura del lavoro.
Sono tre i “quadri” che costruiscono il progetto. Una prima parte, senz’altro la più intima e personale è dedicata alla mia famiglia, a quelli che chiamo “I puri di cuore”, raccontata cercando di attingere a quelle che sono esperienze di vita personale. A veicolare questo mondo è la figura di mia nonna, per me seconda madre, punto d’equilibrio e concretezza di fronte a tante situazioni, testimone di un mondo più puro, più semplice, più difficile per tante cose ma anche più armonico. E dunque una donna anziana con parole a tratti sconnesse a tratti molto lucide che raccontano il passato e il presente attraverso i volti ingialliti su vecchie fotografie che vengono proiettate nello spazio, quasi fossero le foto dei loculi nei cimiteri. Uno spazio vuoto, abitato solo da quelle presenze. E poi la morte che avviene come liberazione, non come fine.
Poi un’altra storia, per quelli che sono “afflitti e verranno consolati”. La storia di Filippo ergastolano che da molti anni vive in carcere e che passerà la sua vita lì. La sua “misura” della speranza, diventa l’equilibrio per poter sopravvivere in carcere. L’unica finestra verso il fuori è lo studio, il conoscere, il sapere, la musica di Debussy che fa immaginare cieli con voli di uccelli, le lettere che ci scambiamo ormai da tempo e le poche volte in cui io potrò entrare lì dentro. Queste sono le sue uniche forme di speranza, strutturate e misurate secondo uno straziante stratagemma personale che permette di non impazzire in tali condizioni ma di riuscire a guardare ciò che dentro l’inferno non è inferno.
A chiudere questo viaggio dentro l’umanità, ecco l’ultima beatitudine: “beati quelli che hanno fame e sete di giustizia”. La storia di M. madre di M. uccisa a 27 anni dalla mafia prima di poter testimoniare al Maxi processo. Ho conosciuto M. una donna molto forte, che per 18 anni ha vissuto con il peso del silenzio, delle calunnie, dell’omertà e della più totale assenza d’aiuto riguardo alla vicenda di sua figlia. Dopo tutti questi anni, finalmente M. grazie anche a Libera contro le mafie, sta iniziando un percorso per far conoscere la verità.
Raccogliere storie significa prendersi in carico la responsabilità verso le persone che s’incontrano. Significa prendersi il tempo per condividerle, abitarle, comprenderle, rispettarle, e trovare il modo delicato, rispettoso ed efficace per poterle riportare. A volte solo un linguaggio più legato alla poesia può accompagnare le vicende degli esseri umani ma è indispensabile un coinvolgimento umano, empatico ed affettivo, da parte di chi cerca e raccoglie, altrimenti anche le più alte parole risultano vane. Queste tre beatitudini sono attraversate anche da immagini che nascono direttamente sulla scena con un sistema di proiezione analogica così come la parte sonora. I materiali sono dunque il video e il suono ma l’integrazione tra i vari elementi e’ tale da amalgamare e confondere le prospettive. La luce e le molteplici proiezioni compongono il paesaggio visivo. I disegni che nascono e si dissolvono nel momento presente creano un continuo movimento e un continuo dialogo tra luce e buio e così anche il suono, prodotto da piccoli oggetti e dalla voce umana che a tratti utilizza microfoni e semplici effetti, diventa musica.
Ogni piccola parte di questo nuovo percorso viene trattata e assemblata con cura ed attenzione. Ogni elemento; la voce umana, il testo, le fotografie, gli strumenti costruiti per illuminare lo spazio, gli strumenti usati per costruire il suono, diventano elementi di composizione. Alla base c’è un sentimento di maggiore libertà nell’attuare un percorso narrativo per me nuovo e svincolato dalle forme più classiche del racconto. Resta l’attraversamento in ogni sua parte dell’esperienza, ma cambia il modo di relazionarsi a questo ricco materiale.
ARTIST
Aida Talliente – (Udine 1978) si diploma all’ Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “S. D’Amico” di Roma.
Ricercatrice di storie, autrice e interprete degli spettacoli:
Aisha (un frammento d’Africa)
Primo premio al concorso Premio dodici donne ATCL Lazio
Secondo premio al concorso Premio di Poesia, Prosa e Arti figurative Angelo Musco,Messina
Sospiro d’Anima (la storia di Rosa)
Premio Fringe Festival 2011Napoli
Primo premio A. Landieri 2011 Napoli
Premio speciale Museo Cervi 2011Reggio Emilia
Primo premio al concorso per teatro e musica Ermo Colle 2010Parma
Primo premio al concorso di drammaturgia L. Liegro Roma.
Lady Sings The Blues (l’autobiografia di Billie Holiday) 2011
Miniere
Premio Fringe festival 2012 Napoli
Books AcrossBalkans
Premio Moret d’Aur 2012, progetto in collaborazione con la Biblioteca di Sarajevo
Ginsberg’s Blues (poesie cantate di Allen Ginsberg) 2013
Ritratto del Leone (viaggio musicale intorno alla figura di Willie Lion Smith) 2017
Lavora da anni con diversi registi e attori italiani e stranieri: Alfonso Santagata, Davide Iodice, Pier Paolo Sepe, Peter Stein, Maurizio Scaparro, Fabrizio Arcuri, Abel Carrizo Munoz, Lisa Ferlazzo Natoli, Compagnia Biancofango, Giuliana Musso, Daniele Ciprì e Franco Maresco, Marco Maria Puccioni e Tolsen Nater.
Collabora con diverse realtà teatrali italiane e internazionali (Università di S. Paolo in Brasile , Accademia teatrale di Città del Messico, Università teatrale di Ankara- Turchia, Scuola di danza tradizionale balinese del maestro DewaNgurah a Bali). Lavora in alcuni film TV per la R.A.I. Italiana e tedesca. Lavora come lettrice per la casa editrice“Borelli” di Modena, sezione audiolibri e per diverse trasmissioni radiofoniche locali e nazionali.
Premi:
oltre ai riconoscimenti per gli Spettacoli Sospiro d’anima, Aysha, Miniere, Books Across Balkans
Primo premio nel 2007 al concorso nazionale di teatro La parola e il gesto a Imola.
Premio Moret d’Aur per lo spettacolo Books Across Balkans nel 2012 Udine.
Premio Adelaide Ristori come miglior attrice nel 2013 Cividale del Friuli.
www.aidatalliente.it
Hybrida – Il progetto Hybrida nasce nel 2003 presso il Centro Europeo di Arti e Comunicazioni Contemporanee “L. Ceschia” di Tarcento (Udine) con l’intento di sviluppare in Friuli Venezia Giulia una realtà che impostasse la propria attività intorno allo studio ed alla promozione della musica contemporanea (Elettroacustica, Elettronica, Jazz e il rock meno omologato) e delle moderne forme di espressione artistica. In tredici anni di attività ha intessuto rapporti con le più fertili realtà nazionali ed internazionali, favorendo la crescita culturale del territorio attraverso concerti, laboratori, conferenze e festival, e divenendo una delle realtà italiane di riferimento per gli artisti in tour di tutto il mondo. L’associazione, approfittando della posizione geografica strategica della regione e cogliendo al volo i fermenti della musica di questi anni, ha organizzato concerti per oltre 500 artisti. Hybrida, in collaborazione con altre associazioni locali, dà spazio a workshops e spettacoli teatrali e organizza inoltre cicli di proiezioni video dedicati a vari generi musicali e artisti contemporanei.
Dal 2007 l’associazione ha iniziato anche a produrre con regolarità performances elaborate in tempo reale tramite proiettori di diapositive, computer, videoproiettori, strumenti autocostruiti e musica nel solco dei lightshows degli anni ’60.
Hybrida è anche titolare dell’omonima etichetta discografica indipendente.
Hybrida Light Show – E’ una performance eseguita dal vivo concepita per immagini e musica. Scopo di HLS è quello di trasformare lo spazio per mezzo della luce, del colore e del suono.
HLS è una performance in grado di essere riprodotta in ogni tipologia di spazio; non è una performance costruita una volta per tutte, piuttosto, mutuando l’analogia dal linguaggio teatrale, è una sorta di canovaccio sensoriale, che si modifica in relazione al luogo ed al contesto.
HLS è costruita a partire da tecnologie digitali ma si avvale al tempo stesso di metodi e tecniche legati alla tradizione degli spettacoli di luce degli anni ’60 e ’70, quali l’uso di proiettori di diapositive o ancora di fotografie e vecchie pellicole.
www.hybridaspace.org
Cosimo Miorelli – CZM (1986) è un illustratore e live-painter digitale. La sua ricerca artistica combina diversi strumenti narrativi, muovendosi tra illustrazione, fumetto, pittura e performance di live-storytelling realizzate in collaborazione con attori e musicisti. CZM ha dipinto dal vivo contribuendo alla creazione di performance multimediali, reading poetici e spettacoli teatrali nell’ambito di eventi, festival e rassegne in Italia, Croazia, Slovenia, Austria, Germania, Danimarca e Portogallo. Ha collaborato, tra gli altri, con autori, musicisti, artisti e scenografi quali Stefano Benni, RAF, Vincenzo Vasi, GiorgioPacorig, LuigiCinque, BadaraSek, LorisVescovo, Saba Anglana, Fernando Mota, Giovanni Maier, Stefano Bechini, Fabrizio Nocci, Ivan Bert, Gup Alcaro, Giorgio Mirto, Leo Virgili, Roberta Lena, Gigio Alberti, Roberto Zibetti e Susanna Boehm. CZM lavora anche alla creazione di video animati per musei e film documentari ed occasionalmente tiene laboratori e dimostrazioni in scuole superiori e università.
I suoi libri illustrati sono editi in Italia da Grifo Edizioni/ Edizioni Di. Vive e lavora tra Berlino e l’Italia.
www,cosimomiorelli.com