Lady Sings The Blues dedicato a Billie Holiday

27/06/2018 20:45 - 22:00
Auditorium S. Pertini Ronchi dei Legionari
Phone:0481 477205
Address: Androna Palmada, 1, 34077 Ronchi dei Legionari GO

Auditorium S. Pertini presso la Biblioteca Comunale di Ronchi dei Lgionari

Androna Palmada, 1, 34077 Ronchi dei Legionari GO ore 20.45

 

Lady sings the blues

L’autobiografia  di  Billie  Holiday

Spettacolo concerto

“Mi hanno detto che nessuno canta la parola “fame “e la parola “amore” come la canto io. Sarà perché so cosa hanno voluto dire queste parole per me; e quanto mi sono costate…”

 

Una donna. Un gruppo di musicisti seduti accanto a lei. Vecchi microfoni, vecchi dischi sparsi, sedie accatastate, bicchieri qua e là. Una scritta luminosa che scende dall’alto: “ON AIR”. Siamo in un luogo intimo, una stanza, forse la sala di una vecchia radio anni 50. Dalla penombra e dal silenzio nasce una musica, una canzone suonata da un giradischi. E’ “Strange Fruit” di Billie Holiday. Ad un tratto si sentono alcune parole confuse, un colpo di tosse e la risata di una voce roca, rotta.  E’ lei che parla: la donna.

“Il mio più grande sogno è…”, così la donna inizia il suo racconto, come fosse l’ultima intervista, l’ultimo “canto” della sua vita. Il racconto parte dalla fine, come un viaggio a ritroso nel tempo attraverso i suoi ricordi passati e dopo questo breve inizio è la musica della band a strappare il silenzio e ad accompagnarci nei sobborghi di Baltimora, nei jazz club di tutta New York, nelle città da una costa all’altra dell’America e negli anni tormentati delle violenze razziali. Attraverso parole ruvide e confidenziali la donna parla al pubblico, parla ai suoi musicisti che costantemente dialogano con lei attraverso i loro strumenti, ride, si commuove, racconta di sua madre e di suo padre, dei successi, dei suoi amori vissuti come su un campo di battaglia, delle droghe, di tutti i penitenziari in cui è stata rinchiusa più volte. Racconta con rabbia delle ingiustizie razziali, dei linciaggi e di quei “frutti amari”, quegli “strani frutti” che pendevano dagli alberi del Sud. E’ dentro questo mondo che nasce la voce di Billie Holiday, quella voce che più di ogni altra è riuscita a raccontare con sincerità ogni sorta di esperienza vissuta. Quella voce così “meravigliosamente umana” e piena di franchezza che diventa l’urlo di un cane randagio, l’urlo dell’amore e della fame, l’urlo di ogni cicatrice che segna il corpo e il cuore, l’urlo delle tante strade percorse. Urlo e Canto divisi da una linea molto sottile, ed è dentro questa linea che nasce fragile e bellissimo il suo blues.

 

testo  Aida Talliente

coordinamento musicale  Simone Serafini

la band

Mirko Cisilino tromba/trombone

Filippo Orefice sax tenore/clarinetto

Giulio Scaramella Pianoforte

Simone Serafini contrabbasso

Alessandro Mansutti batteria

 

disegno luci Luigi Biondi

 

Tratto da:

“Lady sings the blues” (l’autobiografia di Billy Holiday) e Strange Fruit”

 

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    Miriam Foresti: voce
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    Alan Malusà Magno: chitarra, voce
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    Nicola Di Camillo: contrabbasso
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    Un racconto tutto d'un fiato in cui voci e strumenti si fondono e si mettono al servizio delle
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    a cura di Aida Talliente
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    27 Gennaio ore 10.00
    Teatro P.P. Pasolini, Cervignano del Friuli (Ud)
    replica per le scuole superiori
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    doppia replica per le scuole superiori

    spettacoli all'interno della rassegna per le scuole "TIG" del CSS Teatro stabile d'innovazione del FVG

    di e con  Aida Talliente e Sandro Pivotti

    musiche Marco Colonna

    disegno luci Luigi Biondi

     

    patrocinio: Fondazione Die Weisse Rose Monaco, A.N.P.I. Udine, Comune di Udine, Regione FVG, A.N.E.D. Nazionale, Centro d’Accoglienza E. Balducci Udine, Università degli Studi di Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione (Udine), Dipartimento di Scienze giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, Arci Udine, Pordenone

    collaborazione: Libera Udine e Libera Associazione nomi e numeri contro le mafie coordinamento di Udine, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

    un ringraziamento al Dottor Umberto Lodovici e al Dottor Paolo Ghezzi

     

     

    IL PROGETTO

    La “Rosa Bianca” è il nome scelto da un gruppo di studenti universitari di Monaco, che dalla primavera del 1942 all’inverno del 1943, iniziarono e portarono avanti con coraggio, un percorso di resistenza politica contro il regime nazista. Il gruppo di amici e conoscenti, ispirati da “libri proibiti” di straordinari scrittori,organizzarono un’attività sovversiva, scrivendo e divulgando in diverse città della Germania, dei volantini che portavano la voce di una piccola parte del popolo, quello che non poteva tacere davanti alla violazione dei diritti umani e alla negazione della libertà. Il nucleo principale composto da Hans e Sophie Sholl, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst e il professor  Kurt Huber, venne scoperto nel febbraio del 43. Tutti e sei i componenti furono arrestati, processati e ghigliottinati per alto tradimento. Ma il loro messaggio non si esaurì quell’inverno, fu accolto e portato avanti da altri, anche in seguito alla loro morte.

    I membri della Rosa Bianca erano dei ragazzi provenienti da famiglie per lo più borghesi. Famiglie amorevoli che avevano cresciuto i loro figli con alti principi morali ed etici. E’ questa educazione che permette loro di poter distinguere tra il giusto e l’ingiusto e di farsi carico con piena responsabilità delle proprie azioni. Pur vivendo sotto la ferocia della dittatura nazista, questi giovani furono in grado di scegliere da che parte stare donando se stessi, per i diritti di tutti. La loro Resistenza non violenta è uno straordinario esempio di azione politica, che attraverso parole e idee ha generato, per la prima volta, un messaggio universale contemplando la possibilità di un’Europa unita e di una convivenza pacifica tra tutti i popoli portatori di bellezza nella propria diversità. Un messaggio tra i più attuali e contemporanei, che parla di libertà. Libertà così tanto desiderata  da rischiare la propria vita per riaverla.

    Il racconto di queste vite, costruito partendo da lettere, pensieri e avvenimenti, vuole essere un omaggio alla voce dei giovani; ai giovani di allora, che attraverso le loro scelte e le loro azioni lasciarono delle tracce e ai giovani di oggi, in costante cammino verso la costruzione di un mondo più giusto, più etico, più umano, un mondo che ancora fatica a trovare strumenti di pace.

    Solo le storie degli uomini possono risuonare e cambiare la vita di altri uomini. Raccontare di questi ragazzi ora, significa parlare di qualcosa che va al di là del loro tempo. Il coraggio di ogni generazione è la chiave per lo sviluppo della nostra civiltà. Questo è ciò che deve essere difeso. Come è stato fatto allora, così deve esserlo oggi.

     

     

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    spettacoli all'interno della rassegna per le scuole "TIG" del CSS Teatro stabile d'innovazione del FVG

    di e con  Aida Talliente e Sandro Pivotti

    musiche Marco Colonna

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    patrocinio: Fondazione Die Weisse Rose Monaco, A.N.P.I. Udine, Comune di Udine, Regione FVG, A.N.E.D. Nazionale, Centro d’Accoglienza E. Balducci Udine, Università degli Studi di Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione (Udine), Dipartimento di Scienze giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, Arci Udine, Pordenone

    collaborazione: Libera Udine e Libera Associazione nomi e numeri contro le mafie coordinamento di Udine, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

    un ringraziamento al Dottor Umberto Lodovici e al Dottor Paolo Ghezzi

     

     

    IL PROGETTO

    La “Rosa Bianca” è il nome scelto da un gruppo di studenti universitari di Monaco, che dalla primavera del 1942 all’inverno del 1943, iniziarono e portarono avanti con coraggio, un percorso di resistenza politica contro il regime nazista. Il gruppo di amici e conoscenti, ispirati da “libri proibiti” di straordinari scrittori,organizzarono un’attività sovversiva, scrivendo e divulgando in diverse città della Germania, dei volantini che portavano la voce di una piccola parte del popolo, quello che non poteva tacere davanti alla violazione dei diritti umani e alla negazione della libertà. Il nucleo principale composto da Hans e Sophie Sholl, Alexander Schmorell, Willi Graf, Christoph Probst e il professor  Kurt Huber, venne scoperto nel febbraio del 43. Tutti e sei i componenti furono arrestati, processati e ghigliottinati per alto tradimento. Ma il loro messaggio non si esaurì quell’inverno, fu accolto e portato avanti da altri, anche in seguito alla loro morte.

    I membri della Rosa Bianca erano dei ragazzi provenienti da famiglie per lo più borghesi. Famiglie amorevoli che avevano cresciuto i loro figli con alti principi morali ed etici. E’ questa educazione che permette loro di poter distinguere tra il giusto e l’ingiusto e di farsi carico con piena responsabilità delle proprie azioni. Pur vivendo sotto la ferocia della dittatura nazista, questi giovani furono in grado di scegliere da che parte stare donando se stessi, per i diritti di tutti. La loro Resistenza non violenta è uno straordinario esempio di azione politica, che attraverso parole e idee ha generato, per la prima volta, un messaggio universale contemplando la possibilità di un’Europa unita e di una convivenza pacifica tra tutti i popoli portatori di bellezza nella propria diversità. Un messaggio tra i più attuali e contemporanei, che parla di libertà. Libertà così tanto desiderata  da rischiare la propria vita per riaverla.

    Il racconto di queste vite, costruito partendo da lettere, pensieri e avvenimenti, vuole essere un omaggio alla voce dei giovani; ai giovani di allora, che attraverso le loro scelte e le loro azioni lasciarono delle tracce e ai giovani di oggi, in costante cammino verso la costruzione di un mondo più giusto, più etico, più umano, un mondo che ancora fatica a trovare strumenti di pace.

    Solo le storie degli uomini possono risuonare e cambiare la vita di altri uomini. Raccontare di questi ragazzi ora, significa parlare di qualcosa che va al di là del loro tempo. Il coraggio di ogni generazione è la chiave per lo sviluppo della nostra civiltà. Questo è ciò che deve essere difeso. Come è stato fatto allora, così deve esserlo oggi.