Ginsberg’s blues
Page in english
GINSBER’S BLUES
2015
voce narrante Aida Talliente
voce, piano e armonium Michela Grena
chitarra ed effetti Roberto Fabrizio
immagini e proiezioni Dora Tubaro
Oh musica che purifichi da sponda a sponda
Oh ritmo ormai vecchio di secoli
Cantate con le nostre bocche e risvegliate la grande mente
A. Ginsberg
GINSBERG’S BLUES
Così cantava Allen Ginsberg nel 1971. Le sue poesie diventavano canzoni, mantra, filastrocche. Diventavano parole ripetute, ritmo, suoni inventati, ed era proprio snaturando la forma del testo che usciva fuori il senso di una condizione umana. Non era, dunque, solo “il dire” ma “l’essere” un uomo con il cuore in fiamme e la bocca grande, nell’America degli anni ‘70, nell’America dei bombardamenti in Vietnam e Cambogia, nella New York delle droghe, della libertà sessuale, della spiritualità hyppie mistica e floreale, essere omossessuale in quel contesto, essere un puro e avere in bocca parole più potenti delle armi da fuoco. Allen Ginsberg racconta sé e il suo mondo, i suoi amori, i suoi dolori con voce sempre dolce. A volte scanzonata, così pare… eppure la sua apparente allegria, nasconde il peso di tutta un’umanità.
È così che vogliamo ricordarlo, attraverso un viaggio sonoro in cui le sue poesie diventano anche canzoni, accompagnate da proiezioni di immagini e colori. Ricordare le sue parole ferocemente attuali, fondere insieme musica e poesia perché entrambe sono la materia prima del canto.